Ecco perchè voterò...
Non posso evitare le urne o annullare il mio voto quando l'Italia potrà avere un Bertinotti ministro dell'economia che più volte ha dichiarato: "...di non condividere la violenza ma che, se ne avesse la possibilità, in tutta coscienza non se la sentirebbe mai di fermare un anelito rivoluzionario di piazza". Oppure di vedermi eletto in una maggioranza parlamentare un Francesco Caruso qualsiasi che riguardo ai fatti di Sabato a Milano dice: "Prima di condannare, prima di giudicare, vediamo come sono andate le cose, cerchiamo di capire se ci sono state provocazioni. Dovrebbero interrogarsi sul perché di quella manifestazione. Sono uno dei settemila ragazzi inquisiti in Italia, per cinque anni di lotte e mobilitazioni contro il governo di Silvio Berlusconi. E’ per loro che mi batterò se arriverò in Parlamento, chiedendo un’amnistia generalizzata". Inoltre Guido Lutraio, leader dei Disobbedienti romani, ha commentando così le violenze di sabato a Milano: "I fascisti sono protetti e garantiti dalle forze di polizia e dalla legge: i fascisti hanno rialzato la testa e si accaniscono contro i centri sociali: più di quaranta arresti a Milano sono un dato impressionante, che non ha confronti se non con il disgraziato G-8 di Genova".
8 Comments:
Caro Mazz concordo,per quanto deludente possa essere stato il governo Berlusconi(sapessi come vorrei fargli pagare questa delusione!)
Non è possibile che l'Italia torni in mano a personaggi che rappresentano solo un ritorno al passato, all'immobilsmo, mentre il mondo evolve a ritmi vertiginosi.
Un Paese che necessita di recuperare ritardi infrastutturali decennali,di recuperare scelte energetiche demagogiche catastrofiche.
Come può risolvere questi problemi una sinistra sequestrata Dai Pecorari Scani o dai civuoleildialogoanchecolconominiodivialiguria.
Questo lo scrivo per quelli che con giusta acrimonia pensano di punire Berlusconi non andando a votare.
Cari amici non votare, non è punire il Berlusca,è mandare al governo il Prodi con tutto ciò che ne consegue.
Lettera aperta all'On. Carlo Giovanardi
Onorevole,
sono stato un elettore convinto della CdL ed ex consigliere comunale di Spilamberto, lista civica allineata alla CdL, e, avendola contattata più volte, la debbo ringraziare per la sua sempre cortese disponibilità.
In particolare ricordo il successo che avemmo nel convincere il sindaco di Spilamberto ad 'ammainare' la bandiera della pace che sventolava illegalmente dal pennone ufficiale del comune assieme alla bandiera italiana.
Temo, anzi spero, che perderete le elezioni per una manciata di voti, quelli degli astensionisti, quelli truffati dalle banche col vostro avallo, quelle banche che hanno venduto ai pensionati e risparmiatori dei titoli ad alto rischio senza alcun avviso in merito, e che spesso, essendo riservati agli investitori istituzionali, non avevano prospetto illustrativo, rendendo nullo il contratto di vendita.
Poichè i truffati di questo tipo raggiungono una cifra vicina al milione ( due milioni di voti), si evince come il rivolgersi tutti singolarmente alla magistratura per un procedimento 'civile' si riconduca ad un vantaggio implicito ed intrinseco per la parte forte, le banche truffatrici.
Voi avreste potuto fare trionfare la giustizia semplicemente introducendo l'azione collettiva, la 'class action' che, negli USA presi a modello da Berlusconi, protegge i molti deboli dalle prevaricazioni di un soggetto forte, e rende loro giustizia rapidamente.
Avete invece deciso di non farlo per proteggere i poteri forti, nascondendovi dietro il ridicolo provvedimento Tremonti dei conti dormienti che non risolverà nulla tranne che mostrare ai truffati la vostra vera volontà di non risolvere il problema.
E Berlusconi si intratteneva con Fazio, altro complice di questa truffa non avendo impedito questa illegalità, e brindava con lui a sciacchetrà.
Noi invece vogliamo un governo che protegga i deboli, i consumatori, i contribuenti, la gente onesta dalle prevaricazioni dei poteri forti.
La cultura cattolica del premio/castigo, ed un elementare sentimento di giustizia anche laica, inoltre, richiede che vengano penalizzate le parti che hanno coscientemente deciso di truffare i pensionati, cioè le banche che, invece, voi indegnamente proteggete.
Ecco perchè la morale cattolica mi impedisce di darvi il mio voto, sperando che la giustizia divina vi faccia perdere le elezioni.
Auspico inoltre che tutti i pensionati truffati, lettori di questa mia lettera aperta, vi neghino il consenso.
Una vostra rielezione sarebbe la vittoria del male sul bene, dei truffatori sugli onesti.
La saluto distintamente
Ing. Giuseppe Venturi
Non solo questo! Il cavaliere delinquente ha anche espresso il parere secondo cui è meglio conservare così come sono le leggi sugli ordini professionali. Il partito degli avvocati liberi professionisti, chiusi nella loro torre d'avorio, ha parlato. Ma con che coraggio si presenta da liberaldemocratico! Votarlo sarebbe come premiare il maiale per la sua igiene personale, o l'asino per la sua sapienza.
Inutile parlarne ancora. Ma non vedete che non è nemmeno riuscito a liberalizzare le licenze dei taxi? Figuratevi con gli ordini professionali ...
e la storia dei ladri dei bagagli della Malpensa? Non ne hanno licenziato uno. Qualche bolso dirà 'colpa della magistratura'. Loro applicano le leggi. E se le leggi non vanno, questi dovevano cambiarle. Invece le hanno cambiate solo per aiutare i delinquenti, con riduzioni di prescrizione e depenalizzazioni. Deve essere appeso per i piedi, altrochè votarlo!
Abbiamo appreso che Enrico Bondi, il liquidatore di Parmalat, quello che ha deciso di liquidare i pensionati truffati dalle banke coi bond Parmalat pagando 20 lire su cento, quindi tagliando i risparmi dei pensionati dell'80%, nonostante la costituzione dica che la repubblica italica protegge il risparmio, bene, questo Bondi ha ricevuto lo stipendio per il 'lavoro' fatto: indovinate quanto? Ben 32 milioni di Euro, SESSANTA MILIARDI di lire. I pensionati truffati, mentre gli augurano una cattiva morte, precoce e dolorosa, sentitamente apprezzano ed invidiano, ora che sanno a chi sono andati i propri risparmi. E poi dobbiamo andare a votare? Piuttosto prendiamo le molotov! Con queste cose che capitano, permettetemi di dire che solo gli ideologizzati, gli ingenui ed i cretini vanno a votare.
Da Dagospia:
Cento milioni di lire ogni giorno lavorativo.
Per Adusbef e Federconsumatori, "e' immorale e scandalosa la parcella di 32 milioni di euro" che il ministero delle Attivita' produttive ha liquidato al "risanatore di Parmalat Enrico Bondi''. Adusbef e Federconsumatori hanno ufficialmente chiesto al ministro Claudio Scajola di ''congelare tale somma ingente, da utilizzare al 90 per cento a favore dei risparmiatori traditi''.
In un comunicato, le due associazioni dei consumatori fanno i conti e affermano che e' ''immorale retribuire Bondi con una cifra che corrisponde al salario annuale di 3.200 lavoratori Parmalat". C'e' da precisare che la somma comprende tutto lo staff Bondi e che e' stata calcolata sulla base del decreto Marzano.
E bravo Marzano, un altro berluscone, tanto pagano i truffati!
ANCHE PER QUESTO MEGLIO NON ANDARE A VOTARE QUESTI PAGLIACCI
Da: Lavoce.info
13-03-2006
Liberalizzazione e concorrenza viste dai Poli
Carlo Scarpa
Concorrenza e liberalizzazione sono molto presenti, anche se in modo "articolato", nel programma dell’Unione, quasi assenti in quello della Casa delle libertà. Avviene anche per la nota scelta della Cdl di essere particolarmente breve, il che non cambia il fatto che la decisione di lasciare questo aspetto nell’ombra solleva qualche perplessità.
La riforma del commercio
Al momento la riforma promossa dal governo del centrosinistra nel 1998 sta funzionando a metà per il potere di Comuni e Regioni che spesso rallentano l’apertura del mercato. Gli orari sono ancora sottoposti a regole, le aperture di grandi centri commerciali richiedono autorizzazioni non di solo tipo urbanistico, ma di vera programmazione del settore, il tipo di merci che possono essere vendute è tuttora limitata (i supermercati non possono vendere benzina e medicinali da banco).
Su questi temi l’Unione resta abbastanza nel vago, affermando la necessità di aumentare la concorrenza, favorire la grande distribuzione nazionale, ma valorizzando anche i piccoli esercizi, la cui funzione sociale è riconosciuta. Come si debba realizzare questo equilibrio non è per altro chiaro.
Il tema della distribuzione commerciale non è mai menzionato nel programma della Cdl.
La riforma delle professioni
Su questo la Cdl dice semplicemente "3. Nuova legge sulle professioni". Trovo personalmente irritante che si indichi che questo è il punto di un programma, se non si dice almeno a quali principi generali la legge dovrebbe ispirarsi. Soprattutto perché anche quattro anni fa la Cdl aveva dichiarato di volere intervenire sul settore, mentre non ha fatto nulla. Anche su questo tema non traspare alcunché. Peccato.
L’Unione dedica a questo punto due pagine (130-132). Parte dalla dichiarazione che "i servizi professionali sono protetti da norme che senza giustificazioni (…) limitano la concorrenza" per poi affermare che diversi aspetti dovrebbero essere liberalizzati, in particolare "prezzi, pubblicità e modelli aziendali". Questo porta l’Unione a proporre l’eliminazione dei prezzi minimi, ma non per le"attività riservate" – curioso, visto che i professionisti hanno già il diritto esclusivo di effettuare quelle attività senza concorrenza da parte di altri soggetti – l’eliminazione del divieto di pubblicità. Anche l’introduzione di società tra professionisti è favorita, ma solo per servizi "multidisciplinari e interprofessionali". Ovvero, liberalizzazione sì, ma non esageriamo…
Il voto dei professionisti sembra interessare entrambi gli schieramenti.
I settori a rete
Intanto, il tema generale delle liberalizzazioni. Su questo i poli sono d’accordo nel dire che le liberalizzazioni degli anni Novanta, avrebbero dovuto essere fatte meglio, evitando di perpetrare i monopoli preesistenti. La differenza è che per la Cdl questa è una critica al governo della controparte, mentre per l’Unione si tratta di un’autocritica. Tardiva, ma meglio che niente.
Sul governo dei settori, l’Unione batte molto sul tema delle Autorità indipendenti, il cui potenziamento viene visto come assai importante. A riguardo, si propone una unificazione delle Authority per i servizi a rete (e una nuova Autorità per i trasporti – finalmente).
Due aspetti del programma dell’Unione lasciano particolarmente perplessi. In primo luogo, il fatto che, tra l’altro, "liberalizzare significa (…) garantire fondamentali clausole sociali per gli operatori". Purtroppo, le clausole sociali (hanno significato in buona sostanza garantire che la liberalizzazione lasciasse intatti i privilegi della forza lavoro in eccesso o con salari superiori a quelli degli altri settori) sono la scusa tradizionale per svuotare le liberalizzazioni, e vedere questa sottolineatura nel programma accanto al tema dei servizi pubblici locali, ove questi problemi sono enormi, desta particolari preoccupazioni.
Il secondo tema critico è che "nei servizi a rete (energia, trasporti) la proprietà delle reti deve rimanere pubblica". Perché? Su questo tema nessuna argomentazione viene proposta, e si noti che pubbliche sono le reti elettriche che ci hanno regalato il blackout del 2003, quelle del gas che un’impresa sotto controllo pubblico non ha potenziato portandoci sull’orlo della crisi, quasi tutte quelle idriche che perdono oltre il 30 per cento dell’acqua immessa, quelle ferroviarie (no comment) e così via.
Su tutto questo la Cdl afferma semplicemente che "occorre quindi più concorrenza nella gestione dei servizi in settori nevralgici come le banche, le assicurazioni, l’energia, le autostrade, le telecomunicazioni", ma non è dato sapere di più. Di nuovo, obiettivi senza indicazioni di azioni da intraprendere.
ROBA DA PAESE DELLE BANANE!
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