Ma fosse vero!
L’opinione e una costituente per l’area liberale
di Arturo Diaconale
Jinzo, autore di Italian Libertarians, mi chiede di commentare l’iniziativa lanciata sul suo blog di avviare dal basso la formazione di un soggetto politico in grado di riunire tutte le forze d’ispirazione liberale della Casa delle Libertà. L’idea è di mettere insieme salmoni e Pli, Pri e Liberali per l’Italia-Destra liberale, ambientalisti liberali e tutti quegli altri gruppi dell’area laica che si muovono autonomamente dentro e a cavallo del centro destra con la sola certezza che non andranno mai a sostenere la sinistra. Per chi, come il sottoscritto, ha lanciato prima delle passate elezioni europee la proposta della Casa Laica ed ha rilanciato tale proposta prima delle regionali e delle prossime politiche, il commento è scontato. Sono assolutamente favorevole alla iniziativa. E sono pronto non solo a mettere a disposizione il giornale per la realizzazione di questo disegno, ma anche ad impegnarmi in prima persona per dare vita ad una aggregazione politica che ponga finalmente termine dalla diaspora del mondo liberale, laico e riformatore. Ma, proprio perché ho già tentato in passato di portare avanti un progetto del genere e non sono mai riuscito a vederlo finire in porto, metto subito in chiaro che non ho alcuna intenzione di assistere all’ennesimo fallimento della serie. Guai all’accanimento terapeutico sul malato liberale, laico e riformatore in preda alla sindrome dell’autodistruzione! E guai a perseverare diabolicamente con gli errori del passato! Per cui indico fin da ora che la mia partecipazione alla iniziativa è subordinata ad una serie di precise condizioni.
La prima è che continui ad essere espressione di una esigenza della base. Nessuno pretende di eliminare nessuno. Ma i vertici di quei partiti e gruppi che hanno mandato all’aria i progetti di aggregazione per seguire i loro egoismi personalistici debbono fare un passo indietro. Non ci possono essere uomini per tutte le stagioni. Soprattutto quando questi uomini portano sulle spalle la responsabilità della diaspora e della sua perpetuazione. La seconda è che gli egoismi di bandiera, piccola o grande che sia, debbono lasciare il posto alla consapevolezza che non si costruisce nulla se ognuno continua a pretendere di essere il centro inamovibile ed egemone dell’area. Salmoni, liberali, repubblicani, ex socialisti e tutti gli altri debbono rendersi conto che per dare vita ad un processo unitario non esiste solo il metodo piemontese dell’annessione, ma c’è anche quello federale, soprattutto se sostenuto da una forte spinta di base. La terza è che ogni iniziativa di tipo unitario sia ispirata ad un sano realismo politico e non alla astratta pretesa di costruire edifici politici estranei ed esterni al contesto politico del momento. Dopo le elezioni, qualunque sia lo schieramento vincente, il Paese entrerà in una nuova e diversa fase politica, con lo scompaginamento degli attuali poli e con la formazione di nuove aggregazioni politiche. Il processo non sarà breve e neppure tranquillo. E se l’area laica, liberale e riformatrice vorrà partecipare in prima persona al lento avvio della terza Repubblica dovrà necessariamente tenere conto dei dati concreti della realtà.
Questo significa che non si possono più perseguire obiettivi di mera testimonianza, ma bisogna sfruttare ogni circostanza favorevole per conquistare posizioni istituzionali da cui rilanciare, con voce più autorevole e con maggiore peso politico, l’appello alla riunificazione. Dopo il voto avremo salmoni, liberali e repubblicani eletti nelle liste di Forza Italia, socialisti eletti insieme ai democristiani e radicali di una Rosa destinata fatalmente a perdere petali troppo vicini alla Quercia diessina. Con loro e non senza di loro, sempre a condizione che prendano atto della necessità di confrontarsi umilmente con la base, il processo federale di aggregazione potrà e dovrà essere avviato. Ringrazio, allora Jinzo ed Italian Libertarians, di avermi stimolato. E lancio ai lettori e ai navigatori di internet la proposta di dare vita entro il mese di giugno, cioè dopo le elezioni politiche e quelle amministrative, ad una grande assemblea costituente dell’isola che al momento non c’è. Quella liberale, laica, socialista e riformatrice. E che non può non esserci nell’Italia del terzo millennio!
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